Nei periodi di festa cosi come in generale per i golosi ogni momento è buono per assaporare prelibatezze dolciarie. Tra queste una scelta che sta accrescendo la propria popolarità anche in tv nei programmi di cucina e nel settore bakery è la crema al pistacchio. Un tipo di crema dal sapore spiccato che per certi versi rispolvera la tradizione siciliana nei sapori ma si rifà anche al prototipo della più celebre crema alla nocciola. Stiamo parlando di un prodotto che ultimamente è emerso anche in chiave fit, aumentando così la propria distribuzione in diversi ambiti commerciali di carattere culinario. Andiamo a vedere in questo focus dedicato le proprietà nutritive della crema al pistacchio, dove si spalma, come abbinarla, quanto dura e come conservarla al meglio e i quantitativi per assaporarla senza eccedere con una chiosa sulla differenza rispetto alla pasta di pistacchio. Insomma una rassegna nutrita di aspetti che interessano quello che è un alimento in ascesa tra i giovani per il suo consumo, ma anche tra gli adulti.

A cosa fa bene la crema di pistacchio?

Partiamo dal primo punto di analisi della crema al pistacchio: ossia a cosa fa bene questo alimento e quali sono le sue proprietà nutritive. Essendo basata appunto sui pistacchi, tale crema assume quelle che sono le caratteristiche nutrizionali dell’elemento base: quindi fosforo, antiossidanti e carotenoidi. Un alimento utile al miglioramento della vista, delle funzioni mentali che richiedono sforzo notevole, e della memoria. Quindi non solo un mero sfizio a sfondo zuccherino, ma un autentico alleato in momenti di deficit energetico che allieta anche il palato.

Dove si spalma la crema di pistacchio?

La crema al pistacchio ha un utilizzo vario che dipende molto dalle preferenze soggettive e dal tipo di alimentazione che si segue. In tanti la utilizzano per la colazione, essendo questo momento della giornata caratterizzato da un pasto spesso dolce, che fornisca al corpo quegli zuccheri che danno il via giusto alla giornata. Essa quindi viene spalmata su dei toast con banane mature tagliate. O ancora inserita come guarnizione sui porridge, o i yogurt (soprattutto se si tratta di quello greco che di norma è insapore e quasi acidulo). Ovviamente la crema al pistacchio può essere spalmata anche su altri dolci per un surplus calorico tipico delle feste, come nel caso del panettone o pandoro. Ma seguendo una dieta fit diciamo che le opzioni migliori sono quelle sopra elencate.

Come abbinare la crema al pistacchio?

Quando si parla invece di abbinamenti che riguardano la crema al pistacchio, oltre quelli già menzionati relativi alla colazione o al dessert festivo, ve ne sono altri. Ad esempio incorporarla nella panna montata per la guarnizione di dolci, torte o crostate. O ancora per un ripieno dei muffin, o per l’impasto del classico ciambellone e dolci simili. Per farla breve, la crema al pistacchio come tutte le creme in generale si presta ad innumerevoli preparazioni dolciarie: non bisogna fare altro che scegliere quella di preferenza e inserirvi all’interno questo plus zuccherino di grandissimo gusto e valore.

Quanto dura la crema di pistacchio una volta aperta?

Veniamo ora ad un aspetto più pratico, ossia lo stato di conservazione della crema al pistacchio e nella fattispecie la sua durata. Trattandosi di creme dolci, quindi a base di zucchero, esse non hanno una longevità elevata, poiché la componente zuccherina tende a fermentare e a rovinare la qualità del prodotto col passare del tempo. Per cui, nel caso della crema di pistacchio, la durata massima è di 15 giorni, ovvero due settimane circa. Andare oltre questa tempistica espone l’alimento a contaminazione e degenerazione delle proprietà organolettiche e nutritive rischiando di far male qualora mangiato.

Come conservare la crema di pistacchio una volta aperta?

Sempre in tema di stato di conservazione della crema al pistacchio se prima abbiamo parlato di durata del prodotto, ora esploriamo l’aspetto pragmatico della sua tenuta. Conservare correttamente questo alimento significa inserirlo all’interno di un barattolo di vetro e tenuto sigillato in frigorifero. Questa è la metodologia ottimale per il suo mantenimento che è di due settimane massimo come detto.

Quanta crema di pistacchio mangiare?

Altra considerazione importante relativa alla crema di pistacchio è quella del quantitativo assumibile in generale ma anche giornaliero. Trattandosi di un dolce, con elevate calorie e quantità di zucchero presenti in esso, si consiglia di non andare oltre il cucchiaio e mezzo al dì. Questa è una misura consona a gustare ed addolcire un piatto come la colazione, ad esempio, che di primo mattino richiede un apporto di zuccheri utile ad iniziare col piede giusto la giornata. Andare oltre il cucchiaio e mezzo si può fare ma se si ha un’attività psicofisica che comporta uno sforzo e dispendio energetico notevole. Quindi se si pratica sport ad alto livello, specie di intensità. E anche in casi del genere è sempre opportuno non eccedere, non solo per una questione calorica ma anche di salute e di digeribilità del prodotto che è corposo nel suo essere.

Che differenza c’è tra la crema di pistacchio e la pasta di pistacchio?

In ultimo vediamo qual è la differenza tra crema e pasta di pistacchio: due prodotti culinari del settore dolciario spesso confusi. Bisogna evidenziare come fattori principali di divergenza tra questi due alimenti la consistenza e la quantità di zucchero in essi presente. Per ciò che concerne la densità e corposità, essa differisce poiché la crema è solitamente più fluida, liscia e morbida; la pasta per definizione e caratteristica peculiare invece deve essere più dura. Passando poi alla componente zuccherina, la sua presenza nella crema è maggiore rispetto alla pasta di pistacchio: questo perché è proprio nell’aggiunta di zuccheri ed oli che risiede la morbidezza conferita al prodotto cremoso. Al contrario la pasta manca di leggerezza e risulta più compatto a causa dell’assenza dei due elementi prima citati. Ciascuna delle due è dedita ad usi diversi e forse è anche per questo motivo che necessitano di preparazione, costituenti e trattamenti differenti.

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